Quanti nel 2019 avrebbero puntato su Stefanos Tsitsipas come il numero 1 del futuro e plurivincitore Slam? Tantissimi, ma avrebbero tutti perso.
Proviamo ad entrare dentro l’infinita crisi del greco, che oggi è stato eliminato per la seconda volta consecutiva al primo turno di un torneo dello Slam.
Dopo le ATP Finals del 2019, il tennis sembrava pronto al tanto atteso cambio generazionale.
La vittoria di Tsitsipas, che faceva seguito al successo di Zverev dell’anno precedente, aveva portato una ventata di aria fresca nel circuito ATP.
Il greco sembrava il principale candidato a raccogliere la pesante eredità dei Big Three, ormai tutti oltre i 30 anni.
Dopo 5 anni da quel trionfo, Tsitsipas si trova dentro la crisi più profonda della sua carriera e la luce sembra non vedersi, anzi, il suo gioco sembra regredire settimana dopo settimana.
Va detto che, in questi anni, Tsitsipas ha raggiunto la terza posizione nel ranking e giocato due finali Slam. La prima a Parigi nel 2021, persa contro Djokovic in 5 set dopo essere stato in vantaggio 2 set a 0, e la seconda due anni dopo agli Australian Open, dove è stato sconfitto nuovamente dal serbo in 3 set. Oltre a questi risultati, ha trionfato in 3 Masters 1000, tutti a Montecarlo. L’ultimo successo, lo scorso anno, è ricordato da molti per la semifinale contro Sinner, vinta anche grazie ad una svista arbitrale, come ha recentemente ammesso lo stesso Tsitsipas.
Spesso, e ingiustamente, paragonato a Federer, forse per la pulizia dei colpi superiore alla media e per il rovescio a una mano, Tsitsipas, dopo aver raccolto meno di quanto ci si aspettasse, si trova ora davanti a un bivio: accontentarsi o cercare di dare una svolta alla sua carriera.
Le premesse non sono delle migliori. Nella conferenza stampa successiva alla sconfitta odierna, subita contro il giovane americano Michelsen, ha dichiarato di essere stato più affamato in passato rispetto a oggi e si è detto pentito per non essersi iscritto al torneo di doppio con il fratello Petros, pensando evidentemente di andare più avanti in singolare.
Ha inoltre aggiunto di sentirsi un giocatore migliore rispetto al passato. I risultati non sembrano però confermare questa tesi e la classifica lo conferma. Tsitsipas nella passata stagione, qui lo abbiamo descritto come uno dei grandi delusi, è uscito dalla top 10 mondiale per la prima volta da inizio 2019.
Un segnale positivo è rappresentato dalla decisione, presa la scorsa estate, di cambiare coach, separandosi forse definitivamente dal padre Apostolos, con cui il rapporto sembrava giunto al capolinea.
Nelle prossime settimane vedremo se questa ennesima uscita prematura sarà servita a farlo svoltare e capiremo se avrà voglia di sporcarsi le mani, soprattutto lavorando sul suo grande tallone d’Achille: il rovescio.
Il gioco del greco, al momento, sembra adatto solo alla terra battuta, dove ha più tempo per girarsi sul diritto, che comunque appare meno efficace rispetto ai tempi migliori, e dove concede meno in risposta, che come sostiene Roddick è un colpo troppo debole.
Se dovessimo scommettere oggi, in quanti metterebbero un euro sul fatto che Tsitsipas vincerà almeno un titolo Slam entro fine carriera? Probabilmente in pochi, forse nessuno.
Di sicuro c’è che Stefanos ha tutto per dare nuova linfa alla sua carriera e per tornare ad essere uno dei migliori al mondo, magari con l’aiuto di un coach di alto livello.
Tsitsipas, non è mai troppo tardi.
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