È andata in scena a Berlino la settima edizione della Laver Cup, ha vinto il Team Europe con il punteggio di 13-11, tornando campione, dopo che nelle ultime due edizioni aveva trionfato Team World.
Nonostante le presenze importanti, rimane un torneo con poco senso e niente più che un torneo di esibizione.
Il torneo nasce nel 2017 da un’idea di Roger Federer e del suo manager Tony Godsick che decidono di intitolare la competizione alla leggenda del tennis, Rod Laver.
L’idea è quella di emulare la Ryder Cup, forse l’evento più importante nel panorama golfistico internazionale, facendo affrontare una squadra composta dai migliori tennisti europei, il Team Europe, e una squadra composta dai migliori tennisti provenienti dal resto del mondo, il Team World.
I team sono capitanati da due mostri sacri della storia del tennis. Borg per il Team Europe e McEnroe per il Team World. Le due squadre sono composte da 6 giocatori, tre in base al ranking (e disponibilità) e tre selezionati dai capitani.
Il torneo non assegna punti ATP, si svolge in 3 giorni, da venerdì a domenica, e sono previsti 12 incontri: 9 di singolare e 3 di doppio. L’importanza degli incontri aumenta col passare dei giorni. Le vittorie nei match giocati di venerdì valgono 1 punto, sabato 2 punti, per concludere con i 3 punti assegnati alle vittorie nella giornata finale.
Il valore degli incontri è il primo punto che lascia perplessi. Che senso ha dare un peso diverso a una vittoria a seconda del giorno? Oltretutto è un regola che nel tennis non esiste in nessuna competizione.
Le prime quattro edizioni sono state dominate dal Team Europe, ma negli ultimi due anni il Team World ha dimostrato di non essere solo una comparsa, vincendo addirittura 13-2 nel 2023.
L’edizione del 2022, disputatasi a Londra, è quella che ricorderemo per sempre perché è stato l’ultimo incontro giocato da Roger Federer, che in coppia con Rafael Nadal, è stato sconfitto da Sock e Tiafoe al termine di un incontro dove la coppia americana ha fatto veramente di tutto per vincere, tirando spesso a tutto braccio sull’avversario a rete.
Al termine di quel match, le lacrime di Federer e Nadal seduti sulla panchina mano per la mano fecero commuovere appassionati di tennis e non.
Nonostante le premesse e la presenza dei migliori tennisti del mondo, la Laver Cup non è altro che un ricco torneo di esibizione. I giocatori della squadra vincente si portano a casa circa 225.000 €, mentre gli sconfitti devono “accontentarsi” di poco più di 110.000 €. A queste cifre va aggiunto il cachet che ogni giocatore riceve e che cambia in base all’importanza del giocatore stesso.
Ma il calendario ATP non era troppo fitto?
Quasi tutti i partecipanti di quest’ultima edizione negli ultimi mesi si sono lamentati dei troppi impegni.
Giusto per fare qualche nome, Alcaraz, Medvedev, Zverev e Tsitsipas hanno più volte ribadito il proprio disappunto su come l’ATP stia gestendo il calendario. In particolare il tedesco, proprio durante la Laver Cup, ha usato nei confronti dell’ATP queste parole: “Non è interessata alla nostra opinione. È esclusivamente un affare di soldi“, dimostrando però che i soldi sono l’unico interesse anche per gli atleti, che nella stagione tennistica più lunga invece di prendersi una settimana di pausa hanno deciso di giocare un torneo d’esibizione.
Non deve ingannare la presenza di Federer e di tutte le celebrità da lui invitate, il torneo ha poco valore e dà la sensazione di non essere che la vetrina degli sponsor dello svizzero oltre che un evento elitario al quale soli pochi privilegiati possono partecipare.
Nel prossimo futuro l’organizzazione dovrà farsi delle domande e rendersi conto che denaro e investimenti non sono sinonimi di fascino e prestigio, la Ryder Cup rimane un miraggio.
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